Un edificio può apparire solido, ben rifinito, impeccabile. Eppure, al di sotto della sua pelle, può nascondere patologie silenziose che ne compromettono la salute, il comfort e l’efficienza. Dispersioni energetiche, infiltrazioni d’acqua, difetti costruttivi: sono problemi che vivono in una dimensione invisibile all’occhio umano.

Per decenni, l’unico modo per diagnosticarli era attraverso interventi invasivi e distruttivi. Oggi, la tecnologia permette di superare questo limite. L’avvento delle termocamere per edilizia ha introdotto un cambio di paradigma, fornendo ai professionisti un senso nuovo: la capacità di vedere l’energia e di interpretare il linguaggio silenzioso delle superfici.

L’anatomia invisibile degli edifici

La termografia non è una fotografia del calore. È la traduzione in un linguaggio visibile di un mondo altrimenti impercettibile: quello delle radiazioni infrarosse. Ogni superficie emette energia in base alla sua temperatura, e la termocamera è in grado di catturare questa emissione e rappresentarla come un’immagine a colori, un termogramma. È una sorta di radiografia energetica, in cui le diverse tonalità cromatiche non sono un fatto estetico, ma un dato diagnostico preciso.

Comprendere questo principio è fondamentale. La termocamera non vede attraverso i muri, ma legge con estrema precisione la temperatura della “pelle” dell’edificio. Un’anomalia interna, come una perdita d’acqua o un difetto di isolamento, si manifesta quasi sempre come un’alterazione della temperatura superficiale. Ed è proprio questa traccia, questa “febbre” o “ipotermia” localizzata, che lo strumento è in grado di rilevare, guidando l’analisi del tecnico verso la causa del problema.

Leggere le dispersioni e i ponti termici

L’applicazione più immediata di questa tecnologia è la caccia alle dispersioni energetiche. Un’indagine termografica condotta in inverno su un edificio riscaldato svela impietosamente tutte le sue debolezze. I ponti termici — quei punti in cui la continuità dell’isolamento si interrompe, come in corrispondenza di pilastri, balconi o davanzali — appaiono come cicatrici fredde e bluastre, vie di fuga preferenziali del calore. Si possono visualizzare gli spifferi d’aria fredda che si insinuano dai serramenti mal sigillati o le aree di un cappotto termico che non svolgono più la loro funzione.

L’analisi offerta dalle termocamere per edilizia in questo campo è insostituibile. Fornisce una mappa esatta e inconfutabile delle priorità di intervento. Invece di procedere con una riqualificazione energetica generalizzata e costosa, è possibile agire in modo chirurgico, risolvendo i problemi specifici e massimizzando il ritorno dell’investimento.

La diagnosi di umidità e impianti

Ma limitare l’uso della termografia alla sola analisi energetica sarebbe riduttivo. La sua capacità di rilevare minime variazioni di temperatura la rende uno strumento diagnostico di straordinaria versatilità. Uno dei suoi utilizzi più potenti è la ricerca non distruttiva di infiltrazioni d’acqua. Una superficie umida è quasi sempre più fredda di una asciutta a causa dell’evaporazione.

Questa anomalia termica permette di mappare con precisione l’estensione di una perdita da una tubatura sotto traccia o di un’infiltrazione da un tetto, senza dover demolire un solo centimetro di muratura.

Allo stesso modo, le termocamere per edilizia sono essenziali per la verifica degli impianti. Permettono di visualizzare il tracciato di un sistema di riscaldamento a pavimento per controllarne l’uniformità, di individuare il surriscaldamento di un componente in un quadro elettrico — un potenziale rischio di incendio — o di verificare la corretta coibentazione delle tubazioni di un impianto di climatizzazione.

 

FAQ

  1. Un’indagine termografica si può fare in qualsiasi momento dell’anno? No, per ottenere risultati affidabili nell’analisi delle dispersioni termiche è necessaria una differenza di temperatura significativa (almeno 10°C) tra l’interno e l’esterno. Per questo, le analisi energetiche vengono eseguite preferibilmente durante la stagione fredda. Per la ricerca di infiltrazioni o per analisi su impianti, invece, le condizioni sono meno restrittive.
  2. Cosa significa essere un operatore termografico certificato? Significa aver seguito un percorso di formazione specifico e aver superato un esame secondo la norma internazionale UNI EN ISO 9712. Un operatore certificato (di Livello 1, 2 o 3) non solo sa usare lo strumento, ma è in grado di interpretare correttamente i termogrammi, riconoscere i falsi positivi ed elaborare un report diagnostico attendibile, distinguendo tra diverse tipologie di anomalie.
  3. Il costo di un’analisi termografica rientra negli incentivi fiscali per le ristrutturazioni? Sì, le spese per le prestazioni professionali di diagnostica, come l’indagine termografica, sono generalmente incluse tra i costi ammissibili per le detrazioni fiscali legate all’efficienza energetica (Ecobonus) o alle ristrutturazioni edilizie, a condizione che siano parte integrante di un intervento di riqualificazione energetica dell’immobile.

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Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre 2025