Il crescente utilizzo della plastica nel settore degli imballaggi ha portato a un aumento dell’inquinamento, con impatti gravi sugli ecosistemi.
Per far fronte a questa emergenza, molti scienziati si sono impegnati nello sviluppo di alternative sostenibili, in particolare nella ricerca di packaging biodegradabile in grado di rispondere alle necessità del mercato senza comprometterne la funzionalità.
L’obiettivo è trovare soluzioni che possano garantire la protezione dei prodotti e al contempo ridurre il carico ambientale derivante dalla plastica monouso.
Imballaggio commestibile
Un gruppo di scienziati dell’Università di Hong Kong ha creato un innovativo imballaggio biodegradabile a base di cellulosa batterica, perfetto per l’industria alimentare. Questo materiale, trasparente e commestibile, si degrada naturalmente in circa due mesi, riducendo l’impatto ambientale.
Per migliorarne le proprietà, sono state integrate proteine di soia nella struttura della cellulosa e la superficie è stata trattata con un composito resistente agli oli, al fine di rendere il packaging anche resistente all’acqua, risolvendo i problemi riscontrati nelle prime versioni, che non erano abbastanza performanti in condizioni di umidità.
Fibra di canapa e micelio
I materiali da imballaggio biodegradabili realizzati con fibra di canapa e micelio rappresentano una promettente alternativa alle tradizionali schiume espanse, al cartone e agli imballaggi in plastica.
Si tratta, infatti, di materiali compostabili a livello domestico, che offrono una soluzione ecologica che si integra facilmente nella gestione dei rifiuti quotidiani. La produzione di questa tipologia di packaging biodegradabile avviene tramite un processo innovativo in cui il micelio cresce direttamente in uno stampo, assumendo la forma desiderata per l’utilizzo.
Vetro biodegradabile
L’Accademia Cinese delle Scienze sta sviluppando una sorta di vetro biodegradabile, ottenuto da amminoacidi o peptidi (le unità fondamentali delle proteine). Questo materiale si produce mediante un processo di riscaldamento e raffreddamento rapido, che consente di ottenere un prodotto solido e trasparente simile al vetro tradizionale.
Sebbene il materiale offra importanti vantaggi ecologici, come la possibilità di decomporsi attraverso processi biologici, presenta ancora alcune limitazioni, tra cui la sua elevata sensibilità al calore. Questo aspetto ne limita l’uso pratico e impedisce la sua commercializzazione su larga scala.
Gli scienziati, tuttavia, sono al lavoro per perfezionare la tecnologia, con l’obiettivo di migliorare la stabilità termica del materiale e renderlo resistente a temperature elevate.
Packaging in pasta d’erba
L’utilizzo dell’erba come materia prima alternativa alla pasta di legno potrebbe rivelarsi cruciale per ridurre l’impatto ambientale legato alla produzione della carta.
Al giorno d’oggi, infatti, la metà delle 400 milioni di tonnellate di carta prodotte ogni anno a livello globale è ottenuta utilizzando pasta di legno, un processo che richiede un notevole consumo di risorse naturali. Nello specifico, una tonnellata di pasta di legno richiede circa 1.500 litri d’acqua, un quantitativo significativamente più alto rispetto ai soli 10 litri necessari per ottenere la stessa quantità di pasta d’erba.
Per tale ragione, un’azienda tedesca, nell’ambito di un progetto Horizon, sta sviluppando un sistema innovativo per produrre imballaggi biodegradabili a partire dall’erba. Tali packaging potrebbero contribuire a ridurre significativamente l’impiego del legno e a limitare il consumo di acqua.