Le nostre città diventano sempre più congestionate, inquinate e poco adatte ai mezzi pesanti, al punto che in tanti scelgono di optare per la bici e altre tipologie di “due ruote” per ottimizzare gli spostamenti. Tra queste c’è la cargo bike, una soluzione concreta e versatile per il trasporto quotidiano che sta diventando, via via, sempre più popolare.

L’Italia sembra sempre affacciarsi con ritardo su questo fronte, eppure sempre più città, aziende e cittadini stanno riscoprendo l’efficienza di un mezzo nato nell’Ottocento e rilanciato oggi come simbolo di mobilità sostenibile, autonomia economica e rinnovata vivibilità urbana. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla cargobike.

Che cos’è una cargo bike

La cargo bike è un veicolo a due, tre o quattro ruote, progettato per trasportare carichi superiori rispetto a una bicicletta convenzionale. A differenza di quest’ultima, presenta una struttura più lunga e rinforzata, spesso dotata di cassoni o piattaforme per il carico. I modelli a pedalata assistita (con motore centrale o posteriore) rendono possibile l’utilizzo anche per lunghe distanze e per trasporti pesanti.

Le prime cargo bike nacquero in Olanda a fine Ottocento e venivano usate da fornai, lattai e piccoli commercianti. Già negli anni Trenta, in Danimarca, erano lo strumento principale per la logistica urbana delle imprese locali. Oggi, dopo un lungo oblio causato dall’avvento dell’auto, tornano al centro delle politiche urbane più avanzate.

Tipologie principali

Le cargo bike si presentano in molteplici configurazioni, ognuna pensata per rispondere a esigenze di trasporto differenti, sia familiari che professionali. Una delle versioni più comuni è la cosiddetta Longtail, una bicicletta con la parte posteriore del telaio allungata; esso consente di posizionare sedute per bambini, contenitori rigidi o borse laterali senza compromettere troppo l’agilità del mezzo. La guida è abbastanza simile a quella di una bici tradizionale, rendendola una scelta molto diffusa soprattutto tra chi vive in città e si muove spesso nel traffico.

Un’altra categoria importante è rappresentata dalle Bakfiets, note anche come Long John, caratterizzate da un cassone anteriore posizionato tra il manubrio e la ruota anteriore. Questo tipo di cargo bike è particolarmente apprezzato per la capacità di trasportare più bambini in totale sicurezza, oppure animali domestici o merci voluminose. Il baricentro basso e la posizione frontale del carico garantiscono un’ottima stabilità e controllo, anche in caso di peso significativo.

Un’alternativa alle due ruote è rappresentata dai tricicli cargo, o trike, che si distinguono per la presenza di tre ruote (solitamente due davanti e una dietro). Grazie a questa configurazione, offrono una grande capacità di carico (anche superiore ai 250-300 kg), oltre alla possibilità di restare in equilibrio da fermi senza necessità di appoggio. Richiedono maggiore attenzione nella guida, specialmente in curva, dove l’assenza di inclinazione laterale può rendere le manovre più rigide. Le dimensioni più abbondanti rendono questi veicoli meno adatti a spazi stretti o percorsi molto affollati.

Infine esistono modelli di cargo bike compatti, come le midtail, che mantengono una struttura più contenuta sia in lunghezza che in larghezza. Pur sacrificando parte della capacità di carico, risultano ideali per chi deve affrontare problemi di parcheggio o ha spazi limitati in casa o sul luogo di lavoro. Questi modelli, anche se meno versatili sotto il profilo logistico, si adattano bene a contesti urbani densi dove la maneggevolezza è un requisito fondamentale.

Perché scegliere una cargo bike

La cargobike è un mezzo di trasporto pratico, efficiente e rispettoso dell’ambiente. Il suo principale punto di forza è l’accessibilità: grazie alle dimensioni contenute e alla natura di velocipede, può circolare senza restrizioni in molte aree urbane, comprese le zone a traffico limitato, i centri storici e le piste ciclabili, salvo specifici divieti comunali.

Alla praticità si affianca anche una notevole versatilità. Una cargo bike consente di trasportare agevolmente bambini, spesa, attrezzature da lavoro o merci per attività commerciali, anche ambulanti. In molti casi può sostituire un’auto per gli spostamenti quotidiani, il che fa risparmiare tempo, denaro e… carburante.

Dal punto di vista economico, pur richiedendo un investimento iniziale significativo, generalmente compreso tra i 3.000 e i 9.000 euro, garantisce costi di esercizio molto contenuti: nessun carburante, nessuna tassa di possesso, manutenzione minima.

Infine l’aspetto ambientale è decisivo. Una cargo bike non emette CO₂, non produce rumore, occupa meno spazio di qualsiasi veicolo a motore e contribuisce in modo diretto a rendere le città più vivibili.

Normativa italiana sulla circolazione

Le cargo bike, in Italia, sono considerate a tutti gli effetti dei velocipedi. Questo è possibile perché, per rientrare in questa categoria secondo il Codice della Strada, le loro dimensioni non devono superare i 300 centimetri di lunghezza e i 130 di larghezza.

Se rispettano questi limiti, possono circolare liberamente su pista ciclabile, in centro storico e in zona a traffico limitato, senza necessità di targa, assicurazione obbligatoria o immatricolazione.

Non è nemmeno richiesta una patente o un’età minima per la guida, anche se è evidente che serve una certa maturità per condurre in sicurezza un mezzo più ingombrante di una bicicletta tradizionale.

Resta comunque raccomandabile, soprattutto per chi utilizza la cargo bike in modo ricorrente, sottoscrivere un’assicurazione privata a tutela di terzi e del mezzo stesso.

Cargo bike per attività commerciali ambulanti

Oltre all’uso privato, le cargo bike rappresentano un’ottima risorsa per chi lavora nel commercio su suolo pubblico. Il decreto legislativo 114/1998 disciplina l’attività di vendita ambulante e prevede che, per poter esercitare con una cargo bike, sia necessaria un’autorizzazione rilasciata dal Comune in cui si opera. Se si intende lavorare in più città, ogni Comune coinvolto deve rilasciare il proprio permesso.

Chi sceglie di lavorare in postazioni fisse, come mercati o fiere, può ottenere una licenza decennale che garantisce il diritto a un posto assegnato. In alternativa, chi preferisce spostarsi può richiedere la licenza itinerante, che consente soste brevi (massimo 120 minuti) e obbligo di cambiare posizione di almeno 250 metri, senza tornare nello stesso punto nella stessa giornata.

Per chi vende generi alimentari, le regole sono più stringenti: serve aver completato un corso professionale abilitante, possedere i requisiti morali previsti dalla legge (come l’assenza di condanne penali) e ottenere un’autorizzazione sanitaria dal proprio Comune, tramite l’ufficio d’igiene.

L’attività può essere avviata da singoli (ditte individuali), società di persone, cooperative o società di capitali, con obbligo di apertura della Partita IVA e iscrizione alla Camera di Commercio.

Stile di guida e precauzioni

La guida di una cargo bike è diversa da quella di una bicicletta tradizionale, anche elettrica (la cargobike elettrica). Non è solo questione di peso o dimensioni, ma di prestare attenzione a una dinamica di conduzione che tenga conto del carico e dell’ingombro.

Uno degli aspetti più importanti riguarda proprio l’equilibrio. Il carico, sia esso posizionato nella parte anteriore che posteriore, va distribuito in modo uniforme per evitare sbilanciamenti durante la marcia.

Anche la frenata e l’accelerazione richiedono gradualità. A causa dell’inerzia dovuta al peso trasportato, ogni variazione di velocità deve essere gestita con anticipo e delicatezza, per evitare perdite di controllo o movimenti bruschi. Lo stesso vale per la sterzata: le cargo bike tendono ad avere un raggio di curva più ampio, e manovrare in spazi stretti può diventare impegnativo, specialmente se si trasporta merce fragile o passeggeri.

Gli ostacoli urbani come marciapiedi alti, tombini o dossi vanno affrontati con attenzione a 360 gradi: non sempre è possibile superarli con la stessa agilità di una bici tradizionale, ed è spesso consigliabile scendere e spingere il mezzo a mano in presenza di passaggi difficili o disconnessi.

Per garantire stabilità in fase di carico o scarico, la cargo bike va parcheggiata su una superficie piana, preferibilmente con l’ausilio di un cavalletto centrale robusto. Infine, non sottovalutate la visibilità, perché il carico può compromettere la visuale frontale o laterale. Per questo è preferibile dotarsi di specchietti retrovisori, luci ben posizionate e dispositivi catarifrangenti per aumentare la propria sicurezza e quella degli altri utenti della strada.

Per chi non ha mai guidato una cargo bike, è consigliabile iniziare con carichi leggeri e ambienti poco trafficati, così da prendere confidenza con le risposte del mezzo. Solo con un po’ di esperienza si impara a valutarne correttamente gli spazi, le reazioni e i tempi di manovra.

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Ultimo aggiornamento: 8 Maggio 2025