Le batterie al sale fuso sono dispositivi ricaricabili che utilizzano sali fusi come elettroliti per immagazzinare energia sotto forma di calore. Esse operano a temperature elevate, pertanto sono ideali per applicazioni energetiche su larga scala. Sebbene siano ancora in fase di sviluppo e ricerca, sono considerate promettenti per l’immagazzinamento di energia, soprattutto per le energie rinnovabili, grazie alla loro elevata sicurezza, stabilità e la capacità di gestire grandi quantità di energia in modo efficiente.
Come sono fatte le batterie al sale e come funzionano
Le batterie al sale, diversamente dalle tradizionali batterie, utilizzano un elettrolita composta da sali fusi invece che solventi organici. Tutto ciò rende la batteria al sale decisamente più sicure, stabili ed adatte rispetto a quelle tradizionali. Le loro caratteristiche strutturali le rendono adatte a varie temperature senza correre il rischio di surriscaldarsi. Le componenti principali di una batteria al sale sono: anodo, catodo e elettrolita al sale fuso. Per quanto concerne il meccanismo di funzionamento della batteria, invece, si basa sul processo di carica e di scarica. In poche parole, durante la carica della batteria al sale, gli ioni si spostano dall’anodo al catodo attraverso l’elettrolita il che permette di immagazzinare energia. Durante la fase di scarica, invece, l’energia viene man mano rilasciata quando gli ioni si muovono nella direzione opposta.
Dove vengono applicate le batterie al sale?
Giunti a questo punto potrebbe sorgere spontanea la domanda: ma dove vengono utilizzate tali batterie? E quali sono le possibili applicazioni pratiche? Ad oggi, le batterie al sale trovano applicazione in svariati contesti: dalle energie rinnovabili fino allo stoccaggio su larga scala. In genere si rivelano molto utili in tutti quei contesti in cui occorre accumulare energia prodotta da fonti intermittenti come ad esempio il vento o il sole. Infine, vengono utilizzate anche per fornire energia in situazioni di emergenza oppure per l’alimentazione di reti elettriche isolate.
I vantaggi
Le batterie al sale hanno molteplici vantaggi, come ad esempio:
- Maggiore sicurezza: Queste batterie utilizzano sali fusi come elettrolita, pertanto non sono suscettibili a surriscaldamenti pericolosi o esplosioni;
- Maggiore stabilità: Grazie alla chimica degli elettroliti a base di sali fusi, le batterie al sale sono meno soggette a deterioramento o instabilità chimica nel tempo. Ciò le rende ideali per applicazioni a lungo termine, poiché possono mantenere prestazioni ottimali per anni, anche in ambienti di lavoro difficili;
- Lunga durata: Le batterie al sale possono durare fino a 20 anni. Ciò riduce i costi di sostituzione e l’impatto ambientale derivante dalla gestione dei rifiuti tecnologici;
- Operano in basse temperature: Le batterie al sale possono funzionare correttamente anche in climi estremamente freddi. Pertanto, sono adatte per l’utilizzo in Paesi con inverni rigidi o per applicazioni all’aperto, come in impianti di energia rinnovabile situati in zone remote;
- Non tossiche: Le batterie al sale sono composte principalmente da materiali non tossici. Questo significa che, in caso di danni o smaltimento, non ci sono rischi di contaminazione del suolo o delle acque;
- Riciclabili: Le batterie al sale sono facili da riciclare, ed il processo è meno costoso e impatta meno sull’ambiente rispetto al riciclo di altre tipologie di batterie.
F.A.Q.
Chi ha inventato le batterie al sale?
Le batterie al sale, sebbene siano un’innovazione relativamente recente, affondano le loro radici negli anni ‘80 in Sudafrica. Il progetto iniziale fu lanciato dalla Zeolite Battery Research (Zebra), che creò la cosiddetta Zebra battery, un modello di batteria che utilizzava sali fusi come elettroliti per immagazzinare energia. Questa tecnologia è stata precorritrice di quella utilizzata per le moderne batterie al sale.
Dove vengono prodotte le batterie al sale?
Tra i principali innovatori nel campo delle batterie prive di litio spicca la Svezia, dove a Uppsala si stanno sviluppando batterie alternative, come quelle basate sul sodio, sul potassio o su altri materiali più abbondanti e meno impattanti sull’ambiente. Inoltre, anche nelle regioni del Nord Ovest d’Italia si stanno avviando progetti e ricerche che mirano a sviluppare tecnologie simili.
Quanto costa una batteria al sale?
Per quanto concerne il prezzo medio di una batteria al sale da 10 kW, questo può variare generalmente tra i 2.000 e i 7.000 euro, a seconda delle specifiche tecniche e delle caratteristiche del prodotto: la capacità di immagazzinamento, l’efficienza, la durata, la tecnologia utilizzata, ecc.