Un sistema di microcogenerazione domestica è un dispositivo che sfrutta la combustione per generare simultaneamente calore ed elettricità. Il calore prodotto può essere poi impiegato per riscaldare l’abitazione e per fornire acqua calda sanitaria, mentre l’energia elettrica generata può soddisfare una parte delle esigenze energetiche della casa, o in alternativa, essere ceduta alla rete elettrica, rendendola disponibile per altri utenti.
Come funziona un impianto di microgenerazione domestica?
Un sistema di microcogenerazione funziona in maniera simile al motore di un’automobile: quest’ultimo non solo brucia combustibile per muoversi, ma utilizza anche l’energia prodotta per caricare la batteria e riscaldare l’interno del veicolo. Allo stesso modo, il microcogeneratore domestico produce elettricità e, anziché disperdere il calore residuo nei fumi di scarico, lo recupera attraverso uno scambiatore di calore per poi soddisfare le esigenze termiche della casa (come riscaldare gli ambienti e produrre acqua calda).
Ovviamente, questo paragone è solo esemplificativo. Nella pratica, si tratta di un sistema più complesso, dotato di tre scambiatori: uno per i fumi di scarico, uno per il liquido di raffreddamento del motore e un altro per l’olio del motore. Quando lo stesso generatore è impiegato anche per produrre energia frigorifera, alimentando un sistema di condizionamento, la tecnologia prende il nome di trigenerazione.
Quando installare un cogeneratore domestico?
Ma il cogeneratore domestico è davvero una soluzione adatta al proprio caso? Come già spiegato, rispetto ai sistemi convenzionali, i cogeneratori offrono la capacità di produrre simultaneamente elettricità e calore. Tuttavia, in determinate situazioni, il fabbisogno di elettricità potrebbe essere maggiore rispetto a quello di calore, come spesso accade durante i mesi più caldi.
L’impianto di microcogenerazione domestica è efficiente quando riesce a sfruttare completamente l’energia prodotta. Un impiego ottimale dell’energia generata è infatti fondamentale per giustificare l’investimento in un microcogeneratore. Si tratta, quindi, di un impianto adatto principalmente a coloro che hanno esigenze sia termiche che elettriche costanti durante tutto l’anno, anche se l’energia non utilizzata può essere accumulata o ceduta.
La gestione dell’elettricità in eccesso, infatti, è relativamente semplice, e può essere immessa nella rete pubblica per soddisfare le esigenze di altri consumatori. Il calore, invece, può essere immagazzinato in serbatoi di acqua calda termicamente isolati, per un utilizzo successivo. In alternativa, è possibile optare per impianti di trigenerazione, che permettono di produrre energia frigorifera per raffrescare gli ambienti, rendendo il sistema utile anche durante la stagione estiva.
Ad ogni modo, per valutare l’effettiva convenienza di un impianto di microgenerazione domestica è necessario rivolgersi a un professionista in grado di analizzare le esigenze energetiche specifiche dell’abitazione, considerando anche altri fattori tra cui le abitudini di consumo della famiglia.
Quanto costano i micro cogeneratori
Dopo aver visto quali sono i benefici che derivano dalla microgenerazione domestica, occorre analizzare quali sono i costi da dover sostenere per l’acquisto di un impianto di micro cogenerazione. Ovviamente i costi in concreto dipendono dal tipo di sistema, dalla potenza e dall’efficienza o dal rendimento.
Un esempio potrebbe aiutare: un microgeneratore può avere un rendimento complessivo (cioè elettrico e termico) pari al 90%, con un’efficienza elettrica del 30% e un rendimento termico del 60%. Al costo del motore (che come anticipato può variare in virtù di diversi fattori) occorre aggiungere anche la parcella del professionista.
Tra l’altro, essendo una tecnologia attualmente non ancora molto diffusa in tutta Italia, è sempre consigliabile affidarsi a degli esperti del settore in modo da non dover fare i conti con spiacevoli sorprese. Infine, occorre precisare che esistono anche degli incentivi da poter sfruttare.
Il Governo, al fine di garantire un miglioramento costante dell’efficienza energetica degli immobili, sulla scorta della normativa europea, ha previsto degli incentivi per tutti coloro che decidono di sostituire un impianto di climatizzazione con impianti dotati di micro cogeneratori. Più precisamente, è prevista una detrazione sulle future tasse da pagare pari al 65% della spesa sostenuta. Pertanto, spendendo ad esempio ventimila euro, lo Stato restituirà tredicimila euro mediante detrazioni sulle imposte in quote annuali di milletrecento euro per dieci anni. La detrazione massima è di 100 mila euro.
Come sfruttare gli incentivi previsti
Come anticipato, ove si voglia installare un impianto di microcogenerazione domestica è possibile accedere a forme di incentivi ad hoc, compreso il superbonus (a patto che si rispettino i termini previsti dalla legge). Per poter accedere alle forme di incentivo non basta sostituire l’impianto attualmente presente in casa, ma è necessario anche che l’intervento produca un risparmio di energia primaria (PES) pari ad almeno il 20%. In parole povere, il PES esprime il risparmio relativo di energia primaria realizzabile da un impianto di cogenerazione.
È necessario, ancora, che tutta l’energia termica prodotta venga utilizzata per soddisfare la richiesta termica per riscaldare gli ambienti e la produzione di acqua calda sanitaria. Infine, per la realizzazione dell’impianto, la connessione alla rete elettrica e l’esercizio degli impianti di microgenerazione è necessario far riferimento al Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 16 Marzo del 2017 e tutto ciò dovrà essere asseverato da un professionista.