Con il passare degli anni il tema dell’ecosostenibilità è diventato via via sempre più importante in tutto il mondo. È ormai diffusa l’esigenza di abbattere il più possibile l’impatto negativo che sia i singoli individui che le aziende hanno sull’ambiente, al fine di preservare la qualità della vita delle generazioni future. La base dell’ecosostenibilità ambientale, infatti, sta proprio nel cercare di garantire un mondo più verde alle generazioni del domani e correggere comportamenti poco virtuosi nei confronti dell’ambiente. In poche parole, si tratta di trovare il metodo per poter continuare a produrre beni e servizi che siano utili ai bisogni dell’uomo, senza però andare ad intaccare l’ambiente circostante. Se fino a qualche tempo fa gli obiettivi principali del mercato erano quelli di massimizzare il profitto, producendo beni e servizi oggi, invece, l’esigenza primaria è quella di fare tutto ciò ma nel rispetto dell’ambiente circostante, preservando al massimo le risorse che il pianeta ha da offrire.
Dalla sostenibilità allo sviluppo sostenibile
Si sente sempre più spesso parlare di sostenibilita’ ambientale, ma di cosa si tratta esattamente e perché è diventato un argomento così importante negli ultimi tempi? Ebbene, questo termine in particolare indica uno sviluppo capace di soddisfare i bisogni della generazione attuale senza compromettere però la possibilità delle future generazioni di soddisfare le proprie esigenze e di continuare a sfruttare le risorse ambientali. Dunque, per sostenibilità si intende la dinamica in virtù della quale lo sfruttamento delle risorse naturali, i piani di investimento, le nuove possibilità messe a disposizione dalle nuove tecnologie, nonché le azioni dei Governi e delle istituzioni siano tutte tese verso un’unica direzione, ovvero quella di valorizzare l’attuale potenziale e quello futuro al fine di fronteggiare al meglio i bisogni e le aspirazioni dell’intera umanità. È chiaro che affinché si vogliano ottenere risultati positivi in tal senso è necessario modificare il comportamento e le abitudini dell’uomo, valorizzando le attività e le scelte che vadano nella direzione del pieno rispetto e della tutela dell’ambiente in tutte le sue sfaccettature. Ciò ovviamente a partire dalle aree urbane dove gli spazi verdi dovrebbero occupare un ruolo centrale e dove la mobilità dovrebbe essere pensata per ridurre il più possibile l’impatto ambientale. Storicamente il concetto di sviluppo sostenibile fu introdotto 50 anni fa, nel 1972, durante la prima conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente. Tuttavia, il termine “sviluppo sostenibile” si consolidò solo nel 1987 con la pubblicazione del rapporto della Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo, intitolato “Il futuro di tutti noi”, che definì più chiaramente come coniugare crescita economica, equità sociale e protezione ambientale.
Che cosa è lo sviluppo sostenibile?
Come già accennato, lo sviluppo sostenibile si riferisce ad un modello di crescita che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere le risorse per le generazioni future. L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite identifica 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals o SDGs), con priorità su aspetti economici, sociali e ambientali. Tra questi, cinque obiettivi sono specificamente rivolti alla sostenibilità ambientale: l’accesso a energia pulita e rinnovabile (SDG 7), la promozione di città e comunità sostenibili (SDG 11), l’azione contro il cambiamento climatico (SDG 13), la tutela della vita marina (SDG 14) e la conservazione degli ecosistemi terrestri (SDG 15). Accanto agli SDGs, l’Unione Europea ha introdotto il Green Deal Europeo, approvato dalla Commissione nel luglio 2021, come strategia per rilanciare l’economia post-pandemia orientandola verso la transizione ecologica, coinvolgendo settori chiave come l’ambiente, gli oceani, l’agricoltura il clima, ma anche l’energia, i trasporti, l’industria, la finanza e la ricerca, ponendo le basi per uno sviluppo sostenibile a lungo termine.
Gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile
Storicamente i primi obiettivi per lo sviluppo sostenibile vennero varati sulla base del c.d. rapporto Brutdland in occasione della conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e sviluppo, a Rio nell’ormai lontano 1992, in cui è staro deciso di estendere il campo della sostenibilità non solo all’ambiente ma anche ala giustizia. Da Rio 92 è nata la famosissima Agenda 21 la quale è stata ufficialmente sottoscritta da ben 170 Paesi e che ha fissato gli obiettivi dello sviluppo sostenibile per i dieci anni a venire. L’iniziativa in questione è stata successivamente sostituita nel 2015 dalla c.d. Agenda 2030 la quale è stata sottoscritta da ben 193 Paesi membri dell’ONU ed approvata dall’Assemblea generale ONU. Da ciò è agevole desumere che il tema dello sviluppo sostenibile non riguarda solo i singoli Paesi ma ormai già da anni interessa quasi tutto il mondo.
Gli elementi della sostenibilità ambientale
Nonostante si parli spesso dell’ecosostenibilità e della sua importanza, ancora oggi a molti non è chiaro significato dell’ecosostenibilità. La stella polare che guida l’ecosostenibilità ambientale è che il ritmo dello sfruttamento delle risorse naturali presenti all’interno del pianeta delle emissioni nell’atmosfera siano tali da poter proseguire senza un limite temporale. È importante comprendere un concetto basilare: le risorse ambientali non appartengono alla generazione attuale o a quella passata, ciò che la natura ha da offrire appartiene a tutti, anche alle generazioni del futuro. Ed è proprio per questo che è di cruciale importanza attuare un approccio infra-generazionale al fine di preservare l’ambiente anche per gli uomini del domani. L’obiettivo, dunque, è quello di mantenere la qualità dell’ambiente al massimo livello possibile, senza andare a depauperare la Terra e le risorse che ha da offrire, consentendo a queste di potersi rigenerare. Sul tema, lo statunitense Herman Edward Daly, in un suo lavoro, al fine di definire il significato dell’ecosostenibilità ed i suoi elementi cardini, ha messo in evidenza tre aspetti fondamentali, affinché un modello di sviluppo possa essere considerato eco-sostenibile dal punto di vista ambientale. È necessario, innanzitutto, che la velocità con cui vengono consumate le risorse rinnovabili sia più bassa rispetto a quella che queste ultime impiegano per rigenerarsi. In secondo luogo, è necessario che l’emissione delle particelle inquinanti e di scorie nell’ambiente non sia superiore alla capacità di carico. Infine, è importante garantire la compensazione delle risorse non rinnovabili, destinate ad esaurirsi, con risorse rinnovabili. In conclusione, è necessario trovare un certo equilibrio delle interazioni tra gli ecosistemi presenti in natura e quelli antropici, ovvero generati dall’uomo, il quale mette costantemente pressione sulla natura, salvaguardando il più possibile le capacità di autoregolazione della natura.
I pilastri dello sviluppo sostenibile
Come già spiegato, sviluppo sostenibile non significa solamente sostenibilita’ ambientale, ma è un concetto ben più ampio che si fonda su alcuni pilastri fondamentali ed interconnessi tra loro, ovvero:
- Pilastro ambientale: implica un utilizzo delle risorse naturali che permette di preservarle anche per le generazioni future. Ciò significa limitare il consumo di acqua, energia e materiali naturali. Inoltre, comprende anche la protezione della biodiversità e la riduzione delle diverse forme di inquinamento.
- Pilastro etico: richiede che tutte le attività si svolgano con rispetto per i diritti umani e la dignità dei lavoratori. Ciò significa che ogni attore della filiera deve ricevere una giusta remunerazione e lavorare in condizioni rispettose, promuovendo l’equità e l’integrità in ogni fase produttiva.
- Pilastro sociale: mira a ridurre le disuguaglianze tra individui e gruppi, garantendo a tutti accesso a servizi essenziali come l’istruzione, la sanità e la sicurezza. Favorisce inoltre la parità di genere e la coesione sociale, creando un ambiente in cui la crescita economica va di pari passo con il benessere della collettività.
- Pilastro economico: promuove un modello di sviluppo in cui le aziende possono crescere in modo stabile, bilanciando la creazione di valore con un impatto positivo sul territorio. Questo implica anche promuovere innovazioni che migliorino la sostenibilità dei processi produttivi e valorizzino le economie locali.
F.A.Q.
Quali sono le attività ecosostenibili?
Un’attività viene definita sostenibile quando riesce a reintegrare gran parte delle risorse e dei materiali usati nei propri processi produttivi all’interno del ciclo naturale, minimizzando gli scarti e l’impatto sull’ambiente. Ciò è possibile grazie a pratiche come il riciclo, il riuso e il riutilizzo delle materie prime, che riducono il consumo di nuove risorse e favoriscono un’economia circolare. Inoltre, un’attività basata sull’ecosostenibilità si distingue per l’impiego di fonti di energia rinnovabile e la limitazione di combustibili fossili e di emissioni di gas serra.
Come si può essere ecosostenibili?
È possibile essere più ecosostenibili grazie a piccole azioni quotidiane, che possono fare una grande differenza per l’ambiente. Ad esempio si può ridurre il consumo di acqua, , utilizzando impianti più efficienti e chiudendo i rubinetti quando non necessari. Anche muoversi a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici riduce l’impatto delle auto sull’ambiente, abbassando le emissioni di CO2. Infine, è fondamentale evitare gli sprechi di energia elettrica, spegnendo luci e apparecchi elettronici quando non servono, ed adottare abitudini di consumo più responsabile.
Quali sono le azioni concrete dell’UE per l’ambiente?
Attualmente sono in corso numerosi progetti a livello europeo per proteggere le specie e le aree naturali minacciate, garantire l’accesso a acqua potabile sicura e acque di balneazione pulite. Inoltre, l’Unione Europea sta affrontando gli effetti delle sostanze chimiche nocive attraverso regolamenti che ne limitano l’uso e incoraggiano alternative più sicure. Si sta anche lavorando per ottimizzare la gestione dei rifiuti, promuovendo il riciclo e il riuso, migliorare la qualità dell’aria riducendo l’inquinamento atmosferico.